Londra, Parigi, Lisbona, tre capitali europee molto differenti per cultura, storia e temperamento, ma tutte incredibilmente immuni da quel fenomeno che, invece, sembra spadroneggiare incontrastato nelle nostre città, riempiendo di scritte e graffiti i muri di edifici pubblici e privati, i bordi dei cavalcavia, le carrozze di treni e metropolitane: street art, così lo chiamano i loro autori.
A mio avviso occorre distinguere la vera street art dal semplice imbrattamento di muri e facciate con scritte e disegni di dubbio gusto artistico. La street art, come movimento artistico spontaneo, particolarmente diffuso in Inghilterra, Spagna e Italia, affonda le sue motivazioni iniziali nella ricerca della sovversione, nella volontà di esprimere una critica all'arte tradizionale o addirittura, per alcuni writers, nel tentativo di abolire la proprietà privata con l'uso personale di luoghi pubblici, come strade e piazze. Altri, più semplicemente, vedono i muri e le strade delle città come un posto in cui poter esporre le proprie creazioni ed esprimere la propria arte, offrendola ad un pubblico più vasto di quello delle tradizionali gallerie d'arte. Ma la libertà di espressione artistica non può spingersi fino al punto di sacrificare la libertà e il diritto di ogni cittadino a non vedere deturpate con scritte e murales luoghi e beni pubblici e privati. All'estero, è vero, vi è maggior rigore e attenzione nella difesa del patrimonio pubblico, una difesa che coinvolge direttamente ciascun cittadino, che spesso collabora con le autorità di polizia segnalando e denunciando gli abusi, una collaborazione che purtroppo è ancora scarsa in Italia.
Io personalmente considero la street art come il movimento di arte più importante a cavallo di questi due secoli.
Ogni writer, indipendentemente da dove proviene, ricerca e studia la propria evoluzione personale, per raggiungere un certo stile, così da distinguersi dagli altri ed essere maggiormente notato.
L'obiettivo che ogni writer si propone è raggiungere una certa famaall'interno del mondo dei graffiti, e far conoscere il proprio nome a chiunque; per questo è di fondamentale importanza la visibilità delle opere, ottenuta spesso grazie alla imponente presenza di tag(firme).
Oltre alla fama vi è un altro elemento: la soddisfazione personale di vedere la propria opera in un contesto urbano, al di fuori dagli schemi che il sistema impone.
La tag è lo pseudonimo di ogni graffitista, una specie di alter-ego. La tag viene scelta dal writer , partendo, per esempio, da giochi di parole, o semplicemente scegliendo la parola che più lo rappresenta.
La tag corrisponde quindi in tutto e per tutto ad una firma.
Con la tag ogni writer segna la propria zona, la zona in cui lui realizzerà le proprie opere, così che gli altri writer non possano "portargliela via".
Da quando esistono i graffiti i pensieri si dividono tra chi vuole che la città resti pulita da ogni tipo di scritta e tra chi invece ha reso disponibili zone urbane, così che i graffitari possano esprimere la propria arte.
Per esempio ci sono comuni che organizzano manifestazioni e rendono disponibili spazi per realizzare le loro opere, che in alcuni casi non possono non essere considerati opere d'arte vere e proprie.
La Street Art è il nome dato dai media per comprendere quelle forme di arti che si manifestano in luoghi pubblici.
Ogni artista che pratica Street Art ha delle motivazioni personali, che possono essere varie. Alcuni la praticano come forma di sovversione, critica o come tentativo di abolire la proprietà privata, rivendicando le strade e le piazze; altri invece vedono le città come un posto in cui poter esprimere le proprie emozioni ed esperienze, la propria arte attraverso le loro creazioni. La Street Art infatti vanta un pubblico vastissimo, spesso più ampio di quello di una tradizionale galleria d'arte.
SpY è un artista di Madrid, che ama sperimentare con la città urbana. Osserva la città che lo circonda e ci aggiunge un suo tocco unico e divertente. Crea ciò che lui chiama "invenzioni". Il contesto gioca un ruolo di fondamentale importanza in ciascun pezzo, "sono delle piccole differenze nascoste dietro l'angolo della strada per chiunque voglia farsi stupire".
Aggiunge un tocco di ironia e humour ai segnali stradali, alle strisce pedonali, ai cartelloni pubblicitari. Il suo messaggio altruistico fa eco al lavoro di Banksy.